Per la felicità degli utilizzatori di revit, mostro passo passo il mio metodo per realizzare un infisso parametrico partendo da "0".
In questo primo video elaboro il primo passaggio realizzando la bucatura con mazzetta e sguincio parametrico a partire dalla famiglia base caricabile ( finestra metrica) fornita da revit.
Mi scuso per l'assenza dell'audio... mi organizzerò al più presto.. PROMESSO!
Tra i passaggi principali troviamo:
- Realizzazione di piani di riferimento
- Realizzazione parametri (tipo) relativi alle distanze dei piani di riferimento che mi permetteranno di controllare ogni misura delle bucature
-realizzazione dei solidi di sottrazione ancorando i loro spigoli (mediante la chiusura dei lucchetti), ai rispettivi piani di riferimento precedentemente creati
-Sottrarre i solidi al muro
-Caricare la famiglia generata in un file progetto e verificare la sua funzionalità, variandone lo spessore del muro
se interessati potete scaricare il file della famiglia parametrica generata da:
Ritratto Fanciulla in marmo del territorio di Treia. Età augustea.
Un test di Structure from motion applicato ad una statuetta custodita nel museo archeologico di Treia. Foto scattatate da un comunissimo cellulare.
Un piccolo esperimento di come è possibile generare un modello virtuale partendo da un plastico di studio
Software utilizzati: Agisoft photoscan (generazione nuvola di punti) Rhinoceros ( creazione di geometrie di riferimento) 3dsMax (realizzazione modello finale)
Fase 1:
Il primo passo è stato quello di acquisire foto del modello al quale sono stati incollati dei piccoli riferimenti colorati ai vertici delle aste, in grado di semplificare al software Agisoft photoscan la procedura per la generazione della nuvola di punti. e quindi l'individuazione degli spigoli.
Fase 2:
Importata la nuvola in Rhinoceros, sono stati generati dei riferimenti geometrici ai quali agganciarci per disegnare le aste che costituiranno la struttura della "tenda"
Fase 3
Importata la geometria generata con rhinoceros in 3dsmax passiamo alla realizzazione degli elementi che compongono l'oggetto 3d.
Con gli snap attivati e con lo strumento Splines ci agganciamo alle sfere e generiamo le singole aste e successivamente uniremo in un unico oggetto mediante lo strumento Attach presente nel menù geometry nella gestione delle splines.
In corrispondenza dei nodi, selezioniamo, fondiamo e uniamo eventuali vertici disuniti mediante i comandi Fuse e Weld, e applichiamo il modificatore surface all'oggetto per generare la geometria di base.
Fase 4
Prendendo come esempio le strutture in ETFE continuiamo con l'approfondimento della modellazione.
L'idea è stata quella di creare un modello base collegato con il modello finale, dal quale editare la posizione dei singoli vertici per modificare contemporaneamente il modello finale e quindi poter modificare la forma in qualsiasi momento, senza rimodellare il tutto.
Per fare ciò la struttura base è stata clonata attivando l'opzione reference. In questo modo la copia sarà in parte collegata con il modello di origine, ma allo stesso modo sarà possibile applicare nuovi modificatori che agiranno solo sulla copia.
Per questo sono state generate e sovrapposte 3 copie con reference. Una è servita per la generazione della struttura aggiungendo il modificatore Lattice, ele altre 2 sono servite per modellare il rivestimento editando i singoli poligoni. E' stato applicato il modificatore edit poly, un leggero Insert alle singole facce per distaccarci dalla struttura e generare i singoli pannelliestrudendoli e raccordandone i bordi con lo strumento chamfer per creare il rigonfiamento tipico delle strutture ETFE. La sola differenza è stata nell' invertire, in uno di essi, le normali alle facce applicando un modificatore edit mesh e flip normal nei relativi comandi, in modo da generare il rigonfiamento nella parte inversa, e cioè interna e applicando un leggero push (modificatore), è stato possibile distaccare le superfici sovrapposte in corrispondenza della struttura.
Dopo la mia prima avventura conl'infisso parametrico, Per la serie "Famiglie impossibili", oggi condivido con voi questa mia nuova famiglia parametrica in grado di rappresentare una loggia e/o strutture simili come pergolati, porticati, gazebo etc. utilizzando il software Revit.
So bene che la filosofia del software é ben diversa da come la sto utilizzando io e parametrizzare un modello in modo troppo spinto, risulta spesso inconveniente, poco sensato e difficile da gestire. Ma vi é un fascino indescrivibile dietro al raggiungimento di tale obiettivo equiparabile al sentimento che uno scalatore potrebbe provare nel raggiungere la vetta di una montagna, pur sapendo che la stessa posizione poteva essere raggiunta con mezzi e percorsi alternativi piu semplici e veloci.
Da tener presente che comunque, vista la versatilità e la semplicità nella gestione e nel variare i parametri che la gestiscono questa famiglia rappresenta per me la soluzione alle mie personali esigenze. In particolar modo mi facilita e mi viene utile nella fase di studio di fattibilità iniziale, nel processo compositivo e progettuale, in cui si valuta l'insieme del progetto e il dettaglio non è ancora un aspetto richiesto dalla committenza in quanto verrà approfondito successivamente. Quanto appena detto non sta a significare che non risulta adatta ad essere impiegata per estrapolare buoni elaborati di progetto, ma semplicemente che, a causa di alcuni limiti, che successivamente elencherò, si può anche scendere nel dettaglio, ma con una minima conoscenza dell'editor delle famiglie. Ma del resto è quanto ogni utilizzatore di Revit dovrebbe saper fare.
La famiglia finale ovviamente é il risultato di piu famiglie che formano i vari elementi costitutivi, nidificate tra loro, il tutto basando su piani e linee di riferimento.
Elenco di seguito gli elementi creati e assemblati che vanno a costituire la famiglia finale:
- Pilastri e relativi basamenti
- travi di collegamento
- un orditura principale
- un orditura secondaria
- uno strato finale di copertura
- linee di proiezione in pianta
Tra le richieste troviamo:
- possibilità di impostare le dimensioni di ingombro in pianta (lunghezza e larghezza)
- possibilità di scegliere 2 misure di altezze in modo da generare l'inclinazione della falda.
- la possibilità di impostare le dimensioni che costituiscono le sezioni delle varie travi, orditure, strati, pilastri e basamenti.
- la possibilità di impostare eventuali sporgenze esterne nelle 4 direzioni al di fuori dell'area delimitata dai pilastri.
- la possibilità di scegliere la quantità dei singoli oggetti (pilastri, travi) , da predisporre.
- la possibilità di cambiare materiale per ogni elemento, differente dallo stile di default dell'oggetto.
- possibilità di "spegnere", determinati oggetti per formare configurazioni differenti, che spesso rappresentano vere e proprie strutture diverse.
-generare una famiglia complessivamente versatile, da poter essere impiegata sia come struttura da una parte agganciata ad un muro, che struttura auto portante, che struttura a sbalzo (senza pilasti), in aderenza ad un muro
Tra le limitazioni troviamo:
- l'impossibilità di impostare nella maggior parte dei parametri un numero pari a "0", in quanto genererebbe un conflitto tra quote parametrizzate, pertanto se ad esempio vogliamo impostare la falda in orizzontale, lo si potrà fare solo se ci accontentiamo di un dislivello "impercettibile" anche millimetrico ( purche non mi generi un angolo di inclinazione pari a zero "assoluto", cosa che farebbe impazzire le varie relazioni tra parametri).
- Le sezioni dei vari elementi compositivi (pilastri, travi, travetti delle orditure), sono tutte di forma rettangolare (modificabili nelle misure), pertanto qualora si volesse utilizzare sezioni differenti, si dovrà per forza agire nell'editor della famiglia, per "ridisegnare", la forma e considerati i vari parametri impostati, potrebbe risultare un procedimento troppo azzardato e portare ad un esito negativo della "missione"... (perchè, anche se non è questo il caso, in varie situazioni, mettere mano alle famiglie, si tratta di vere e proprie missioni, specie se si cerca di modificare una famiglia creata da terze persone, magari scaricata da internet e non la si conosce perfettamente nell'iter di elaborazione)
-I vari elementi, se pur rappresentativi di vari oggetti, risultano essere "modelli generici", pertanto, anche se l'ultimo strato rappresenta un tetto, a questo non sarà possibile, ad esempio, agganciare la famiglia grondaia o fascia, ossia quelle famiglie di sistema basate su tetti, in quanto non viene riconosciuto dal programma. Sarà quindi possibile applicare le varie estrusioni utilizzando metodi alternativi, come la modellazione in "place" o "modello local"e di una sezione ( in questo caso probabile grondaia), con la semplicità di poterci agganciare a linee o piani individuabili dal modello.
-Sarà possibile definire la quantità dei pilastri sempre ad interasse equidistante solo rispetto alla lunghezza e e no alla larghezza, che invece sarà sempre caratterizzata dalla presenza di al massimo 2 pilastri alle estremità! ...
Revit sarà pure uno strumento potente di progettazione e di gestione dell'iter compositivo, ma senza buone famiglie non si va da nessuna parte!!
E allora non riuscendo a trovare un infisso idoneo alle mie esigenze, e allo stesso tempo versatile nel generare diversi stili, diciamo pure di "Italian Style" con molta santa pazienza, me lo sono realizzato da zero!!
Anche se le famiglie "tutto in uno" non convengono mai questo è quello che mi serviva... perche all'80% è questa la finestra che mi capita più spesso di utilizzare comprese varianti parametrizzate! Ripeto, anche se la filosofia di Revit è diversa dal "tutto in uno".
Condivido con voi un piccolo test per correggere la distorzione delle foto generate dalla gopro al fine di ottenere una corretta nuvola di punti.
Software: AgisoftPhotoscan, Camera raw 8.2
camera: Go pro hero 3 + black montata su drone Dji phantom 2
Dopo il mio primo post in cui affrontavo l'argomento relativo alla generazione di una nuvola di punti da foto, questa volta ho voluto sperimentare la generazione della nuvola mediante foto scattate da un drone sul quale ho montato la solita Gopro. Come molti di voi sapranno, questa camera, ha proprio come caratteristica quella di generare immagini altamente grandangolari, in grado di fare riprese a vasto raggio, ma è proprio per questo che genera immagini altamente distorte con un aberrazione ottica di tipo fisheye.
In un primo passaggio non ho fatto altro che caricare le 62 foto ( originali) nel software Agisoft Photoscan per far elaborare la nuvola di punti.
.... Dopo un paio di orette, e allineamento delle 62 camere andato a buon fine, analizzando il risultato ci accorgiamo che Photoscan non riuscendo a correggere la distorsione delle foto, ha generato una nuvola ERRATA. In particolare si evidenzia una forte curvatura a schiena d'asino dell'intera nuvola, e allo stesso tempo il modello risulta troppo schiacciato lungo l'asse "Z"
UN RISULTATO DECISAMENTE INSUFFICIENTE, SU CUI BASARE UN LAVORO
Mi sono quindi affidato alla plugin Camera Raw inclusa in Adobe Photoshop che dalla versione 8.2 incrementa anche la correzione lente per il profilo Gopro. Ho fatto quindi elaborare le 62 foto correggendone la distorsione
foto originale
foto corretta con Camera Raw
... per poi far rielaborare nuovamente la serie di foto in Photoscan, e notare come questa volta il risultato sia estremamente migliorato, e veritiero alla realtà.
Anche se in passato ho già affrontato l'argomento riguardante la fotomodellazione oggi mi sento di dover condividere con voi questa mia nuova esperienza e magari possa essere l'inizio di una nuova avventura!.
LA COSA MI APPASSIONA MOLTO!
Mi sono sempre chiesto quanto fosse difficoltoso elaborare una nuvola di punti da una serie di foto (FIN QUI NIENTE DI NUOVO)! ; La novità sta nel metodo di acquisizione, ossia la volontà di utilizzare un dispositivo leggero, maneggevole e tascabile da avere sempre con noi come fosse un portachiavi. Un tecnico di certo non ne potrà fare a meno! ..Un qualcosa di semplice ma soprattutto veloce che permetta di scattare senza stare a calcolare troppo, ad esempio, quanta sovrapposizione inquadrare tra due foto consecutive, ma semplicemente passeggiando!. Immaginatevi di dover rilevare un intero palazzo ... mi faccio prima una passeggianta all'interno, poi allesterno, poi nella corte .... ritorno in studio, collego il dispositivo e il gioco è fatto! ... Un alternativa molto ma molto più economica rispetto ai sofisticati laser Scanner 3D!
Sebbene il risultato ottenuto non sia uno dei migliori, la semplicità con cui ho potuto "rilevare" l'area mi ha lasciato veramente sorpreso. Vi propongo di seguito un video riassuntivo dei passaggi che ho effettuato.
Come dispositivo fotografico ho utilizzato una GO PRO HERO3 PLUS BLACK EDITION con l'opzione simultaneous photo che permette di impostare ogni quanto scattare una foto. Nel mio caso ho scelto di effettuare uno scatto ogni mezzo secondo, per un totale di 60 foto ossia 30 secondi. Come software ho utilizzato AGISOFT PHOTOSCAN PRO in versione demo, utilizzando dettagli medi e settaggi di defaut per non prolungare di troppo i tempi di calcolo. La versione demo non ha comandi bloccati, ma non permette il salvataggio e l'esportazione. Per un test è stata più che sufficiente.
Buena visión!
Credo che, tutto sommato, l'esperimento sia ben riuscito e mi ha dato una gran voglia di approfondire ulteriormente la tematica_ ora non resta che affinare i passaggi, migliorare quindi l'acquisizione fotografica (magari con riprese dall'alto DRONE IN ARRIVO !! :) e aumentare di più la definizione di restituzione, anche se comporterà un attesa più prolungata dovuta ad una elaborazione più complessa delle informazioni da parte del software.
E chi sa magari in futuro potremmo fare a meno di distanziometri, laser scanner, aste graduate, stazioni totali o gps!!! L'alternativa? Una minuscola videocamera portachiavi-tascabile! ;)